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Tre subacquei muoiono nel Forty Fathom Grotto...o quasi!


Di Hal Watts

Traduzione Marco Pellegrino


Troppo spesso leggiamo o sentiamo parlare di subacquei che sono morti in acqua. Per molti decessi dobbiamo indovinare le cause o ricostruire teoricamente gli eventi che hanno portato alla morte del subacqueo. Raramente, però, sentiamo parlare di incidenti mancati, sia perché non sono così drammatici, sia perché i partecipanti non vogliono pubblicizzare i propri errori. Ecco il resoconto di tre subacquei che sono “quasi morti”, ma che fortunatamente non sono entrati nelle statistiche degli incidenti subacquei. Penso che, leggendo una descrizione passo passo della facilità con cui gli incidenti possono accadere e accadono, tutti noi possiamo imparare dagli errori commessi e, si spera, evitarli noi stessi. La sicurezza dovrebbe essere sempre la parola d’ordine nelle immersioni tecniche. * * * * * Possiedo un sito di immersione, il Forty Fathom Grotto a Ocala, in Florida. Viene utilizzato dai subacquei ricreativi e dagli istruttori, indipendentemente dall'agenzia a cui sono associati, per insegnare a tutti i livelli di certificazione. Le profondità di addestramento sono limitate alla profondità alla quale gli istruttori sono certificati ad insegnare attraverso la loro specifica agenzia, a condizione che non si superino i 63 mt. Le uniche eccezioni riguardano il personale a tempo pieno del sito, che sono istruttori PSAI Extended Range Deep Air (ERDI), certificati per insegnare a 76 mt. Una sera stavo cenando con mio nipote Ryan Stanford, di sei anni, e suo padre Dwight nella nostra capanna di tronchi con vista sulla grotta. Dopo cena, Dwight uscì in veranda. Avevo programmato di raggiungerlo entro pochi minuti, ma presto mi gridò di raggiungerlo immediatamente: "Credo che abbiamo un problema in acqua". Mi sono precipitato fuori e ho potuto vedere le increspature nell'acqua, che era appena sotto il nostro porticato. Non sapevo nemmeno che ci fossero subacquei in acqua, ed in seguito scoprii che Bob Hambidge, che gestisce la grotta, aveva prenotato due subacquei con il loro istruttore per un addestramento tecnico Nitrox. Scesi vicino alla riva e vidi un subacqueo in piedi in un metro d'acqua su una roccia. La profondità scende diretta fino a 66 m. Ho visto poi un altro subacqueo sdraiato a faccia in su e inizialmente pensavo che stesse semplicemente galleggiando nell'acqua, riposando, come faccio io dopo essere riemerso da un'immersione profonda. Era quasi buio e, dopo aver osservato più da vicino il subacqueo che galleggiava, ho potuto sentirlo dire con una voce appena udibile: "Aiutatemi. Qualcuno mi aiuti, per favore”. Dwight e io ci precipitammo a riva. Il subacqueo in piedi, che si rivelò essere l'istruttore, disse che sarebbe andato a cercare il terzo subacqueo. La moglie di Bob Hambidge, Kathy, è venuta a trovarci per caso e le abbiamo chiesto di chiamare Bob e avvisare i servizi di emergenza. Dwight e io abbiamo iniziato a rimuovere l'attrezzatura della vittima, mentre Bob metteva in acqua la canoa di salvataggio e la spingeva verso il punto in cui ci trovavamo. Non siamo riusciti a trascinare il subacqueo abbastanza vicino alla riva perché le sue pinne e il pacco batterie posteriore erano tutti aggrovigliate con la cima. Gli abbiamo tolto le bombole e Dwight si è tuffato sott'acqua per togliergli le pinne, cosa che ci ha permesso di farlo salire sulla canoa (avete mai provato a issare una persona incapacitata di 100 kg su una canoa in acqua alta? Spero che non vi dobbiate ma trovare di fronte a questo compito…).


Bob e Dwight hanno remato con la vittima fino ai pontili galleggianti in superficie dall'altra parte, mentre io sono corso verso il molo e ho iniziato a montare un'attrezzatura per le immersioni per cercare gli altri due subacquei. Alla vittima è stato somministrato ossigeno; era abbastanza lucido da rispondere alle domande di Bob, che gli ha fatto un rapido esame neurologico e, da quello che ho potuto determinare, la vittima non mostrava alcun segno o riferiva alcun sintomo di malattia da decompressione. Tuttavia, era ancora completamente immobile e sotto shock. Secondo il suo orologio subacqueo con computer integrato, aveva saltato 28 minuti di decompressione. Mentre indossavo la mia attrezzatura, Dwight remò attorno alla grotta cercando le bolle dell'altro sub. A questo punto era buio. Dwight indicò due serie di luci a circa 9 mt. Abbiamo poi visto un sub nuotare verso una delle quattro piattaforme sottomarine, raggiungere la piattaforma a 9 mt e fermarsi sott'acqua. Dwight gli portò un messaggio su una lavagnetta, contenente tre domande: (1) Stai bene? (2) Hai bisogno di altro gas? (3) Hai bisogno di ossigeno? La risposta fu che stava bene e non aveva bisogno di altro. Dwight poi risalì sulla canoa e remò verso la luce dell'altro subacqueo. Mi sono immerso e sono sceso dal subacqueo che era sulla piattaforma dei 9 mt, che era l'istruttore. Stava bene e stava seguendo la procedura d'emergenza per omessa o interrotta decompressione. Così stava facendo anche l'altro subacqueo anch’esso a 9 mt dall'altra parte della grotta. L'ho preso per mano e ho nuotato con lui verso l'altro subacqueo in fase di decompressione. Quando riemersi, la squadra medica del pronto soccorso era sul molo e si stava prendendo cura della vittima. Dopo averlo esaminato, presero accordi per portarlo in una camera di decompressione allo Shands Hospital di Gainesville, a 67 km di distanza. Mentre la vittima era in viaggio verso la camera iperbarica, Dwight, Bob, gli altri due subacquei e io abbiamo avuto una lunga discussione su quello che era successo. Non userò alcun nome e mi riferirò ai tre come all’istruttore, alla vittima e al terzo subacqueo. Non giudicherò nessuna persona o agenzia di formazione; il mio obiettivo è informare gli altri subacquei su come accadono queste cose e su come subentra l'effetto domino. La maggior parte delle informazioni chiare e valide provengono dal terzo subacqueo, che sembrava aver avuto un migliore controllo mentale e meno narcosi. L'istruttore ha chiesto ai due candidati Nitrox di andare sulla piattaforma a 9 mt e di eseguire alcune attività di movimentazione dell'attrezzatura in acqua poco profonda, come la chiusura delle bombole. Secondo il terzo subacqueo, hanno nuotato attraverso la grotta fino ad una sagola di discesa permanente che è fissata a 63 mt ad un tronco sul fondo (secondo la politica della grotta). Disse che la vittima è andata fino in fondo, sollevando il limo tra gli alberi. Apparentemente non seguirono la sagola perché, secondo i loro computer, si trovavano 66 mt, ovvero 3 mt più in profondità rispetto al fondo della sagola (l'istruttore, tuttavia, ha detto che erano a 61 mt sul registro). Il terzo subacqueo era leggermente sopra la vittima e poteva vederlo, in piedi nel limo, mentre chiudeva la bombola. La vittima sembrava avere un problema, allungò la mano e prese la fonte d'aria alternativa del terzo sub, che aveva una frusta da 3 mt. Ha iniziato a respirare dall’erogatore e poi è tornato al suo secondo stadio primario. Poi ha preso di nuovo l’erogatore del terzo sub. Il terzo subacqueo ha notato che il primo stadio stava buttando fuori aria, quindi si è abbassato e ha chiuso la bombola. Tenete presente che tutto questo avviene a 63 mt di profondità in un sito di immersione in cui né la vittima né il terzo subacqueo si erano mai immersi prima.


Il terzo sub ha poi visto l'istruttore avvicinarsi alla vittima e ha pensato che fosse tutto a posto. Poi ha notato che le cose non andavano affatto bene e ha quindi azionato il pulsante di gonfiaggio del GAV della vittima. Non si è gonfiato perché l'istruttore aveva chiuso la bombola con la perdita, a cui era collegata la frusta del GAV. Quindi il terzo subacqueo ha afferrato la vittima e ha gonfiato il proprio GAV, e all'improvviso i tre subacquei, aggrovigliati insieme, hanno iniziato a risalire ad una velocità molto rapida. Il terzo subacqueo ha provato a rallentare la risalita scaricando tutto il gas dal suo GAV ed ha poi riferito che i tre si trovavano a circa 9 mt, quando gli altri due subacquei hanno iniziato a cadere velocemente verso il fondo. Dato che il suo GAV era vuoto, non poteva rallentare gonfiandolo perché la vittima aveva ancora il suo erogatore in bocca e molto probabilmente lo stava trattenendo con la forza della disperazione. Successivamente, tutti e tre i subacquei toccarono il fondo, a 66 mt, tra limo e rami di alberi. La maschera dell'istruttore venne strappata via e i due sono rimasti agganciati insieme in qualche modo, forse tramite la sagola. Il terzo subacqueo ha detto che tutti e tre hanno poi ripreso a risalire in superficie, a una velocità molto elevata. Non poteva rallentarli. La loro risalita si interruppe poi improvvisamente quando notò che erano trattenuti da alcune sagole. Il terzo subacqueo, che era un speleosub e portava con sé delle cesoie speciali da speleologo a lama battente (più efficienti di un coltello da sub convenzionale), ha effettuato almeno cinque tagli diversi per liberare la squadra dalle sagole. Ha dovuto anche tagliare via una bombola di sicurezza (stage) che era rimasta impigliata. Con due subacquei aggrappati alla sua frusta da 3 mt, che lo tiravano su da 66 mt a 9 mt e poi di nuovo giù a 65 mt e poi di nuovo su, non riesco a capire come il terzo subacqueo abbia fatto a mantenere la lucidità e a gestire la situazione. Dopo aver liberato la squadra dalle sagole, ha detto che hanno iniziato a tornare in superficie. Non aveva ancora il controllo della risalita. A circa 9 mt, si è aggrappato ad una sporgenza e ha interrotto la sua salita. Questo deve aver strappato l’erogatore di bocca alla vittima, mandandola verso la superficie assieme all'istruttore. Probabilmente è stato allora che Dwight ha notato che c'era un problema in acqua. Allora, cosa possiamo imparare da tutto questo? Le reazioni del terzo subacqueo hanno davvero salvato tutte e tre le vite avendo abbastanza controllo per estrarre le cesoie e liberarli. Mantenere il controllo è la chiave per gestire le situazioni di emergenza. Ciò che ho sottolineato più e più volte da quando ho iniziato a insegnare la subacquea nel 1963 è: "Fermati, pensa, prendi il controllo e reagisci". Ho chiesto all'istruttore perché richiedesse ai candidati di effettuare la chiusura dei rubinetti delle bombole a questa profondità estrema. Disse che era nel caso in cui i rubinetti si fossero chiusi accidentalmente, il che è una conseguenza della penetrazione nella grotta e nei relitti, dove potrebbero continuare a sfregare sul soffitto della caverna e alla fine chiudersi. Non penso che questa procedura sia sicura, o addirittura necessaria, in questo tipo di addestramento o immersione. Anche quando questo viene insegnato durante l’addestramento in grotta, non viene fatto a profondità che potrebbero esporre i subacquei a questo livello di narcosi da azoto. A profondità inferiori a 40 mt, ritengo che questo esercizio non debba essere eseguito e penso che gli eventi qui descritti dimostrino la mia convinzione. Sebbene la vittima e il terzo subacqueo fossero certificati in grotta ed affermassero di essersi immersi insieme a 63 mt, l'istruttore (che ha certificato la vittima in grotta) si era precedentemente immerso con la vittima solo a 31 mt, e mai con il terzo subacqueo. A mio parere, gli istruttori non dovrebbero accettare un addestramento "equivalente" e dovrebbero invece trattare i candidati come nuovi subacquei in una disciplina specifica ed addestrarli di conseguenza. L'insegnamento tecnico del Nitrox dovrebbe avere un limite di profondità di 52 mt, +/- 3 mt. In PSAI richiediamo che gli istruttori abbiano un assistente per le immersioni a profondità superiori a 50 mt. Anche a livello personale ho imparato una cosa nuova da questo episodio: ora tengo nella tasca del GAV un paio di taglia sagole a lama battente. Il giorno dopo questi eventi, la vittima è passata a trovarci e ha ringraziato il nostro staff per la nostra assistenza professionale. L'unico sintomo da MDD che aveva avuto la notte prima era un mal di testa, che era scomparso mentre era nella camera iperbarica. È stato curato e rilasciato senza effetti negativi duraturi. Tutto è bene quel che finisce bene. Un buon finale per il nostro settore e una buona lezione per tutti noi.




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