di Gherardo Biolla
Grotta dell'Orso di Ponte di Nava (118 Pi/Cn)
(disl. 35m, sviluppo 705m, quota ingresso 808m slm)
“La grotta si apre circa 500m a est della frazione di Ponte di Nava, in alta Val Tanaro. L'ingresso fu scoperto casualmente durante i lavori di scavo dal proprietario del fondo, nel 1886. La cavità fu esplorata subito e percorsa fino ai sifoni, che per anni hanno rappresentato il termine della cavità.
La prima esplorazione sistematica fu del Capello nel 1952, il GSP superò il sifone di monte.
Nel 1991 il gruppo CSARI di Bruxelles ha passato una serie di sifoni giungendo fino ad un quarto sifone intransitabile.
Con ogni probabilità le acque provengono da una perdita subalveare del Tanaro”.
Decido così, assieme a Giorgio, di iniziare una serie di immersioni per cercare il ramo attivo del sistema, oltre che ulteriori possibilità in asciutto.
Come si può notare dal rilievo sopra riportato, il primo sifone è lungo una sessantina di metri con una massima profondità di 7/8 m. ben sagolato e molto frequentato, presenta un fondo sabbioso con spesso ottima visibilità.
Il secondo sifone inizia con una strettoia sulla sinistra uscendo dal primo. Caratterizzato da forte corrente a causa della ridotta sezione, ha un fondo sassoso e in parte sabbioso. Lungo 15 metri e profondo circa 2. A metà sifone è possibile riemergere in una sacca d’aria. Al momento è presente una sagola da me stesa due anni fa, ormai poco affidabile. La sagola prosegue fino nel terzo sifone dove è stata fissata al soffitto nel punto in cui parte la vecchia sagola dei Belgi a circa -10 m..
Il terzo sifone è a tutti gli effetti il proseguo del secondo, di forma circolare con dimensioni generose e fondo sabbioso, scende con inclinazione di circa 40° fino ad una profondità di 18 metri per poi risalire in superficie con inclinazione di circa 45°, presenta una discreta corrente anche se l’acqua, dopo il passaggio del sub, si sporca parecchio a causa delle bolle che staccano residui dal soffitto. L’uscita è leggermente angusta, anzi diciamo strettina.
Il quarto sifone è stato esplorato per 40 metri con una profondità di -9. A differenza degli altri non presenta corrente e la visibilità diviene quasi nulla in poco tempo, tende a stringere e pare impraticabile.
Durante i nostri giri scopriamo una galleria (in rosso sulla carta- rilievo da eseguire) che porta in un piccolo laghetto caratterizzato da discreta corrente. Mi immergo in apnea con maschera e caschetto nei primi due metri e mi trovo davanti un bellissimo sifone di circa 3x3 con fondo sassoso/sabbioso che inizia con una “gincana” sinistra – destra. Decidiamo di tornare per dargli un occhiata. Il sifone si ricollega al IV, decido di proseguire e cercare di passare oltre, stendo 40 metri di sagola ad una profondità di 10 metri, all’incirca dove si sono fermati i Belgi. Durante i sopralluoghi troviamo nuovi interessanti pozzi asciutti ancora da percorrere.
Comments