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Immagine del redattoreGherardo Biolla

Ho contratto il Covid 19, avrò problemi a tornare ad immergermi?


Dr. Guy Vandenhoven


Il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulle attività subacquee, limitandone fortemente lo svolgimento.

La causa è la logica conseguenza delle raccomandazioni del Governo per limitare gli spostamenti non necessari ma anche perché è virtualmente difficile osservare le regole del distanziamento sociale ed evitare la possibile condivisione delle attrezzature subacquee. Quando le misure precauzionali per combattere la pandemia diminuiranno è importante riprendere le attività subacquee ricreative e professionali, sia per il benessere sociale, che fisico e mentale della popolazione subacquea.

A questo punto una domanda sorge spontanea, se ho contratto il covid 19 e ne sono guarito, posso avere dei problemi nel riprendere l'attività?


Il Corona Virus (SARS –COV2) può manifestarsi con gravità variabile, oscillando dal nessun sintomo a sintomi di tipo influenza fino a compromissione polmonare severa (ARDS- sindrome da Stress respiratorio acuto) e sintomi cardiaci (cardiomiopatia). Fattori che determinano i sintomi severi del COVID 19 sono del tutto sconosciuti: persone anziane, che soffrono di altre patologie mediche, sono maggiormente a rischio; così come fumatori accaniti e persone obese sembrano avere più rischio di complicazioni; ciononostante, ci sono numerosi casi riscontrati di giovani, persone precedentemente sane in cui la malattia ha avuto una veloce e importante evoluzione, il rischio per un danno permanente al cuore e ai polmoni è fortunatamente molto basso.

Dopo aver esaminato la rilevante e disponibile letteratura e discusso con molti esperti, si raccomanda a chi avesse contratto il covid-19:


1) Rischio di insorgenza del COVID- 19;

una persona che ha avuto la sintomatologia COVID 19, può come chiunque sia stato infettato ma non ha avuto sintomi, sviluppare particelle virali nelle secrezioni nasali o orali per un certo periodo dopo la malattia, e per questo, essere ancora contagioso per gli altri. Il periodo esatto durante il quale questo è possibile non si conosce e forse varia, ma tendenzialmente una quarantina di giorni. Questa è una considerazione importante in caso di emergenze subacquee e condivisioni aria. Quindi, si raccomanda:

a)Che i subacquei che hanno avuto sintomi da COVID 19, attendano un minimo di DUE mesi, preferibilmente TRE, prima di ricominciare l’attività subacquea con compagni di immersione.

b)Che i subacquei che siano risultati positivi al COVID 19 ma che siano risultati del tutto asintomatici, aspettino un mese prima di ricominciare l’attività con i compagni di immersione.

c)I subacquei che non hanno mai avuto sintomi e non siano stati controllati (coloro che non siano stati infettati o che abbiano avuto l’infezione ma completamente asintomatica) possono non aver sviluppato l’immunità contro la malattia.

Quindi questi possono ancora essere contagiati da altri subacquei, diventa fondamentale che chi ha avuto la malattia rispetti i tempi sopra citati prima di tornare ad immergersi.

d)I subacquei ed i centri di immersione dovrebbero osservare in modo rigoroso le linee guida per la disinfezione delle attrezzature ( come pubblicato dal DAN Europa).


2) Rischio di sindrome da sovradistensione polmonare

una persona che ha avuto l’infezione del COVID 19 con sintomi polmonari severi può soffrire di danni polmonari prolungati o anche permanenti. Questo danno può aumentare il rischio di barotrauma.

Quindi, è raccomandato che il subacqueo che sia stato ricoverato con sintomi polmonari in relazione al COVID 19 si sottoponga a un controllo medico prima di riprendere l'attività.

E’ importante che queste analisi vengano interpretate e validate da un medico iperbarico con specifica formazione.


3) Rischio di eventi cardiaci:

è raccomandabile che un subacqueo, che sia stato ricoverato con o a causa dei sintomi polmonari e cardiaci da Covid si sottoponga ad una valutazione con un’ecocardiografia ed un ECG da sforzo per accertarsi della normale funzionalità cardiaca.


4) La tossicità polmonare dell’ossigeno

attualmente sappiamo molto poco sul possibile incremento della sensibilità del tessuto polmonare conseguenti alla tossicità dell’ossigeno; quindi un comportamento prudente sarebbe quello di evitare pressioni parziali uguali o superiori a 1,3 ATA.Ll’immersione con Nitrox superiore a 1,4 ATA dovrebbe essere limitata ad un periodo molto breve in profondità.


5) Malattia da decompressione:

ancora poco si sa dello sviluppo di bolle dopo una infezione polmonare da Covid . E’ probabile però che l’infezione provochi un aumento del rischio. Se la funzionalità polmonare dovesse essere compromessa le bolle potrebbero raggiungere il circolo arterioso anche attraverso un eventuale FOP con sviluppo di bolle a livello cerebrale , vestibolare o altri tipi di m.d.d . Quindi un comportamento prudente da parte del subacqueo, nel caso abbia sofferto di una patologia polmonare da Covid , sarebbe quello di limitare temporaneamente le immersioni fuori curva.

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